Descrizione
- MALPAGA
Malpaga è stata per più di cinque secoli, fino al 1808, un piccolo comune rurale autonomo. Le sue origini risalgono al secolo XIII, probabilmente dopo la distruzione del Vicus Formianus, avvenuta nel 1264. Il Castello, sede del Comune, sorgeva dove attualmente vi è la cascina “Castello”. A fianco del castello vi era l’antica chiesetta di S. Paolo, completamente distrutta nel 1925 a seguito di un incendio.
A Nord, lontana dal castello, già nel secolo XIV era stata costruita la chiesa di S. Maria, più corta e più bassa dell’attuale. Fu ristrutturata nel 1460. Sotto l’influsso dei padri domenicani di Calvisano, nel 1600 fu dedicata a “S. Maria della Rosa”. Negli anni 1925/27, la chiesa fu quasi completamente rifatta in stile gotico-lombardo, allungata e alzata. Il campanile fu edificato nel 1910.
Sull’altare maggiore vi è una tela, fine del secolo XVI, raffigurante la Nascita di Maria con gli apostoli Pietro e Paolo. Della seconda metà del secolo XVI è il quadro della “Resurrezione” di autore ignote (forse della scuola del Tiziano). Sull’altare del Rosario vi è la statua lignea della Madonna col Bambino del 1720, restaurata nel 1989. Nella casa del parroco, custoditi in due bacheche, vi sono 13 mattoni scavati a nicchia della seconda metà del secolo XIV, raffiguranti la Vergine e Santi, la cui devozione era molto diffusa nel territorio di Calvisano e di Malpaga.
La chiesa parrocchiale di Malpaga, dedicata a S. Maria della Rosa, esisteva già nel secolo XIV. Fu ristrutturata nel 1460. Essa dipendeva dalla prepositura di Calvisano. Il parroco, che aveva il titolo di Rettore, doveva recarsi nella mattina del Sabato santo a Calvisano per assistere alla benedizione del fonte battesimale e ricevere gli oli santi.
La chiesa di S. Maria di Malpaga era allora più corta e più bassa dell’attuale. Lungo la fiancata di sinistra vi era la casa del Rettore, a destra vi era il cimitero. La vecchia sacristia fu costruita nei primi anni del 1600. All’interno della chiesa, oltre all’altare maggiore, vi era l’altare della Confraternita del SS. Sacramento, la quale amministrava il Monte del Grano, da dare ai contadini poveri.
Nel 1720 fu costruita la cappella della Madonna del Rosario, dono del principe Cristerno Gonzaga. La statua della Madonna è dono del signor Gaspare Rampinelli. Le Confraternite del SS. Sacramento e del S. Rosario furono soppresse nel 1797. Nel 1910, il parroco Paolo Bignetti fece costruire il campanile che dotò di cinque campane.
La popolazione nel 1900 andò sempre più aumentando, passando da 366 persone nel 1890 a circa 600 nel 1914, raggiungendo gli 810 abitanti nel 1949. Per questo si rese necessario ampliare la chiesa e dotare la parrocchia di nuovi spazi. Questo compito fu assunto da don Angelo Bertolini, parroco di Malpaga per ben 47 anni. Fece ristrutturare quasi a fundamentis la chiesa, facendola allungare di otto metri e alzare di quattro/cinque metri. La chiesa in stile gotico-lombardo, decorata e con banchi nuovi, fu benedetta dal vescovo ausiliare Emilio Bongiorni il 16 ottobre 1927.
Il Concilio vaticano II segna l’inizio di una nuova era. Fu compito dei successori di don Bertolini realizzare il rinnovamento religioso. Da una parte i parroci don Marcello Casari, don Emilio Zanardelli, don Giovanni Girelli diedero avvio a nuove realizzazioni; dall’altra la frazione di Malpaga, poiché non ebbe pari sviluppo industriale, vide diminuire la popolazione, preferendo i giovani abbandonare i campi e cercare altrove il lavoro. Nel 1973 la popolazione era di 501 persone. I Sacerdoti diedero sviluppo alle attività oratoriali, dotando l’oratorio di nuovi spazi, con la costituzione dell’ANSPI e la costruzione del Centro giovanile. Attualmente la popolazione si aggira intorno ai 600 abitanti con un buon numero di immigrati stranieri. Le attività parrocchiali sono ben avviate, in particolare la catechesi dei bambini. Non tutta la popolazione partecipa alla vita liturgica. Parecchie persone frequentano la Chiesa di Calvisano, di Viadana e del Belvedere.
Esistono in parrocchia due associazioni ben incamminate: l’Ordine Secolare Francescano e la Congregazione delle madri Cristiane. Vi è il Gruppo Missionario che realizza programmi di solidarietà.
- MEZZANE
Mezzane ha origini antiche, sorse intorno alla cappella di Santa Maria de Mezanis, già nominata in una bolla di papa Urbano III nel 1186, che costituisce attualmente la sacristia della chiesa parrocchiale, eretta nella seconda metà del 1500 e più volte restaurata. All’esterno è tutta in cotto rustico a vista, mentre all’interno l’intonaco è stato coperto con affreschi. L’unica navata è coperta da una volta dove si alternano il sistema a botte e a vela. La facciata a cuspide arrotondata allusiva al barocco, è stata costruita con massi di pietra misti a cotto nella prima metà del settecento (1730-1750), come si può rilevare da una scritta esterna sul lato ovest della chiesa stessa.. Era allora parroco don Lorenzo Castellini.
Una torre campanaria è stata eretta nel 1829, come ricorda una scritta sulla lapide del parroco committente don Carlo Cassa, presso il nostro cimitero.
Sia all’interno che all’esterno della chiesa, comunque, risulta chiaro un richiamo misurato ed equilibrato allo stile del settecento, caratteristico di molti altri edifici religiosi realizzati nella zona nello stesso periodo. Sulla facciata in due nicchie vi sono le statue di S. Giuseppe e S. Dionigi.
All’interno, sopra l’altare maggiore si ammira la pala attribuita ad Andrea del Sarto, dove è raffigurata la Natività di Maria Vergine. Le due opere laterali del presbiterio riguardano la Natività di Gesù e l’Adorazione dei Magi. Di notevole intensità espressiva sono anche la Crocifissione e la Madonna addolorata, poste lateralmente all’altare maggiore.
Oltre all’altare maggiore possiamo ammirare sulla sinistra, entrando, la statua del Cristo Morto con sopra un antico e pregevole quadro del Battesimo di Gesù. Segue l’altare del Sacro Cuore con la tela raffigurante le tre Virtù teologali “Fede – Speranza – Carità”. Vi è poi l’altare dedicato al Patrono S. Dionigi. A destra entrando vi è un confessionale con sopra la statua di S. Antonio da Padova. Al centro della parete si incontra l’altare della Madonna con il Bambino Gesù, arricchito dalla serie delle icone raffiguranti i misteri del rosario. Infine vi è un altro confessionale con sopra una struttura finemente composita dove sono inserite le reliquie dei vari santi.
Una menzione particolare merita la serie di quadri che rappresentano le quattordici stazioni della Via Crucis. Così pure si possono considerare le due vetrate poste nell’abside riguardanti le parabole del “buon pastore” e del “vignaiolo”, nonché i bronzi posti sull’ambone e sul battistero, dell’artista bresciano Oscar di Prata.
- VIADANA
La chiesa di S. Maria di Viadana è stata per parecchi secoli, fino al 1959, uno dei tanti oratori campestri della parrocchia di S. Silvestro di Calvisano. In essa, fin dal secolo XV, i capifamiglia della zona facevano celebrare la messa domenicale a un cappellano o a un frate del convento domenicano di Calvisano. Aveva un solo altare. Nella nicchia, sopra l’altare vi era la bella statua lignea della Madonna con Bambino, che risale al secolo XV, e che ancora oggi, dopo essere stata restaurata, è venerata dalla popolazione. Un’altra opera di un certo pregio è la statua del Sacro Cuore. Le pareti della “Cappella”, cioè del presbiterio, compresa la volta, erano tutte dipinte. Di questi affreschi è stato restaurato e conservato solamente un Crocifisso. Il soffitto della “Cappella” era a crociera, e così è stato conservato. Il soffitto della piccola navata era certamente a “capanna”. Sulla cappella si ergeva un piccolo campanile con una sola campana. Davanti alla chiesa vi era, probabilmente, un portico.
Nel 1711, l’altare maggiore fu riedificato, sormontato da una ancona di legno con una nicchia che conteneva la statua lignea della Madonna. Il parapetto di marmo, invece, fu fatto realizzare nel 1736 dalla ditta Carlo e fratelli Puignaghi da Rezzato. Il prezzo concordato fu di 80 scudi, per il valore di sette lire piccole per uno scudo, vale a dire per 560 lire piccole.
Nel 1898, il curato Don Giuseppe Massetti, intraprese l’opera di ampliamento di quella chiesetta, che fu completato nel 1904. Nel 1903, il curato don Leandro Brusinelli, fece erigere sul campanile tre campane nuove. Nel 1907, fu costruita una nuova sacristia a destra del presbiterio. Furono aperte due porte laterali e costruiti due altari laterali, uno dedicato alla Beata Cristina e l’altro al Sacro Cuore. Nel 1925 il curato don Angelo Spinoni ebbe il permesso di costruire il Battistero. Nel 1946 venne edificato l’oratorio.
In occasione della elevazione della chiesa di Viadana in parrocchia, 3 aprile 1959, don Pietro Marini fece ristrutturare la chiesa, curandone la pavimentazione, aprendo il presbiterio ai lati, ampliando gli altari laterali troppo angusti e la sacristia. Fece alzare il campanile, dando l’aspetto attuale.
Nel 1972 il nuovo parroco don Annibale Baronchelli ristrutturò il presbiterio secondo le nuove norme liturgiche: pose al centro il bell’altare del ‘700; trasportò il tabernacolo, inserendolo nel pilastro di destra, mentre su quello di sinistra fece porre l’affresco raffigurante il Crocifisso. Negli anni seguenti, fu effettuata la decorazione della chiesa.
Don Arturo Balduzzi, giunto a Viadana nel mese di luglio 1989, assecondando la volontà della maggioranza della popolazione, che collaborò con entusiasmo e generosità, realizzò nel giro di due anni, 1991/92, un nuovo “Centro parrocchiale”, che si compone di un salone polivalente, una sala ritrovo, segreteria e archivio, nove aule per il catechismo e per attività collaterali. Negli anni successivi fu inaugurato il centro sportivo, composto da due campi di calcio, un campo da tennis e da una piattaforma polivalente per il gioco di pallavolo e pallacanestro, spogliatoi, cortili, e spazi “verde”.
Dal 1998 il parroco è don Luigi Pellegrini, che ha realizzato l’ampliamento della chiesa, tanto necessario, allargando e allungando il transetto, con una nuova sacristia e saletta parrocchiale, e posizionando i nuovi confessionali. Ha restaurato gli arredi e i mobili della sacristia. Ha curato il Centro Parrocchiale risistemando gli spazi interni ed esterni, soprattutto il parcheggio macchine e racchiudendo tutto il Centro con una recinzione e cancelli automatici, per evitare soprattutto convegni notturni con spaccio di droga.